Esperienze di insegnamento dell’ITALIANO LS – L2: Marika Romano

Abbiamo ricevuto una nuova testimonianza da parte di una docente d’italiano L2/LS, che ci racconta la sua interessante esperienza, grazie Marika!

Ciao a tutti, sono Marika Romano, laureata in Lingue e Letterature Straniere con indirizzo linguistico e didattico all’Università di Cà Foscari, Venezia.

Da sei anni sono docente d’italiano in un College inglese, nel Dorset. Inoltre preparo gli studenti d’interscambio per gli esami d’italiano e di tanto in tanto sono esaminatrice.

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Dal 2012 insegno online, su Skype o FirstTutor (/www.firsttutors.com/uk/languages/teacher/marika.italian/) e devo dire che è un mercato in continua crescita.

La flessibilità e la comodità di raggiungere parlanti nativi senza muoversi da casa offre innumerevoli vantaggi sia allo studente che al docente. È bellissimo poter insegnare e imparare in pigiama! 🙂

Dal 2017 ho iniziato a collaborare con un sito web per la creazione di materali didattici (https://onlineitalianclub.com/ ) e ho scritto alcuni articoli sull’insegnamento dell’italiano (https://italianoxstranieri.com/)

A breve usciranno due letture graduate digitali (B1 e C1) in italiano per studenti stranieri, sempre per il sito web con cui collaboro.

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  • Qual è l’interesse verso la lingua e la cultura italiana nel tuo paese? Per quali motivi i tuoi studenti sono interessati a studiare l’italiano?

La maggior parte dei miei studenti appartiene alla terza età e ha una buona preparazione culturaleLe motivazioni primarie sono la passione per la lingua e la cultura del nostro paese. Altri studenti vorrebbero poter essere autonomi quando viaggiano in Italia, da turisti. Una piccola fetta consiste in figli d’immigrati italiani che vogliono imparare la lingua dei genitori e riconnettersi con le loro radici.

Vorrei aggiungere che lo studio dell’italiano come LS/L2 nelle scuole statali inglesi è piuttosto limitato e la concorrenza di altre lingue come lo spagnolo e il francese è schiacciante. Quindi l’apprendimento avviene principalmente tra adulti nei corsi privati.

  • Quali sono le difficoltà maggiori che incontrano i tuoi studenti durante lo studio?

Senza ombra di dubbio la difficoltà della grammatica italiana congiunta a una totale mancanza di base grammaticale da parte degli inglesi. L’insegnante si trova quasi sempre a dover spiegare prima la grammatica in inglese e poi in italiano.

Inoltre con l’avanzare degli anni gli studenti perdono molte delle loro capacità mnemoniche, quindi il docente deve ripetere molte volte (a questo proposito ho scritto anche degli articoli sulla terza età e insegnamento).

In aggiunta, la mancanza di esposizione alla lingua, al suo contesto extralinguistico, con conseguente difficoltà nella comprensione orale e, ultimo ma non meno importante, la natura prettamente simulativa della comunicazione, la scarsa spontaneità. L’importante è dare sempre un feedback positivo, incoraggiare gli studenti e far sì che si rendano conto dei progressi fatti.

  • Che cosa credi che manchi per una maggiore diffusione dello studio della lingua italiana?

Credo che sarebbe auspicabile una maggiore cooperazione tra l’Italia e gli altri Stati con un maggiore investimento e una politica linguistica più forte e capillare.

Il Governo italiano dovrebbe incrementare i fondi per la promozione della lingua e della cultura con attività extrascolastiche in italiano, per esempio rassegne di film, incontri in cui parlare solo italiano possibilmente con madrelingua, gite, laboratori artistici o culinari.

Ma in primis ritengo che siano gli italiani stessi a dover valorizzare la loro lingua e cultura, evitando forestierismi inutili. Il morbus anglicus (così definito da Arrigo Castellani) sta facendo regredire il lessico italiano, oscurandone la ricchezza e impoverendo la lingua.

Dobbiamo ricordare che l’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo ed è un’enorme opportunità per far crescere la nostra economia. Dopotutto la nostra lingua è la voce del Made in Italy.

marika 3La nostra lingua è un bene comune. È un patrimonio di cultura, di bellezza, di storia e di storie, d’idee e di parole che appartiene a tutti noi, che vale, che ci identifica come individui, come cittadini e come Paese. Dovremmo averne cura.(Annamaria Testa)

Esperienze di insegnamento dell’ITALIANO LS – L2: Patrizia Ronchetti

patrizia leedsPatrizia Ronchetti ci scrive da Leeds dove lavora come Tutor di Lingua Italiana e PGCHE Fellow presso la Leeds Beckett University dal 2005; Patrizia è anche una valida collaboratrice da molti anni per la stesura e la revisione delle nuove ristampe di UN TUFFO nell’AZZURRO. Ecco la sua testimonianza:

1. Qual è l’interesse verso la lingua e la cultura italiana a Leeds? 

Esiste molto interesse per la lingua e cultura italiana a Leeds. I miei studenti sono principalmente adulti e studenti post graduate che hanno un legame con il nostro Bel Paese. Studenti che vogliono approfondire la lingua per lavoro, perché hanno casa in Italia o solo per amore per lo studio. Questo interesse lo esprimono venendo alle classi ma anche partecipando a workshop e incontri di conversazione che organizzo al di fuori del discorso universitario. E vi assicuro che la partecipazione è sempre alta e piena di entusiasmo.leeds

2. Per quali motivi i tuoi studenti sono interessati a studiare l’italiano? 

Come accennato sopra, amano la storia e soprattutto la cultura del nostro Paese. Molti sono professionisti che per lavoro hanno la necessità di parlare italiano e quindi frequentano corsi di Business Italian, altri hanno una casa in Italia e molto spesso in località dove non si parla inglese e quindi vogliono comunicare in maniera efficace con la gente del posto e conoscere meglio il luogo in cui vivono.                                                Molti studenti scelgono l’italiano per la musicalità della lingua o anche perché hanno radici italiane e desiderano consolidare il loro senso di appartenenza. Ho molti studenti che hanno nonni o addirittura bisnonni che vengono dall’Italia.

3. Quali sono le difficoltà maggiori che incontrano gli studenti durante lo studio? 

Lo studio della grammatica è uno scoglio per alcuni, gli studenti inglesi hanno una concezione dello studio grammaticale molto lontano da noi. In Italia abbiamo una pratica e una conoscenza superiore dei termini grammaticali e di come è strutturata una frase. Quando uno studente si ritrova a studiare una lingua, soprattutto una lingua come l’italiano, viene messo di fronte a terminologie e a schemi che a volte fatica a comprendere. Ma quando si entra nel meccanismo (e il tutor deve essere bravo in questo) poi lo studio diventa un piacere e una conquista.

4. Che cosa credi che manchi per una maggiore diffusione dello studio della lingua italiana?

leeds 10Come insegnante, trovo difficile trovare testi e materiale aggiornati e al passo con i tempi. Vorrei vedere più entusiasmo e anche più inventiva e creatività negli strumenti da offrire oggi agli studenti. I social media e la tecnologia ormai sono pane quotidiano e mi piacerebbe vedere più stimoli in questo ambito. Inoltre mi piacerebbe uno sviluppo maggiore di momenti di incontro come conferenze e workshop per insegnanti di lingua italiana e anche per studenti. Un network di idee che possa dare più vita alla nostra lingua, metterla al passo coi tempi e farla conoscere sempre di più.