“Buongiorno, mi chiamo Maja Janković-Pažin e sono proprietaria di una scuola di lingue straniere a Požega, una città situata nella regione di Slavonia.
Poiché la mia è una piccola città, l’italiano qui non è molto usato e non ci sono molte persone interessate, ma ci sforziamo di cambiare un po’ le cose.
Mi piace il corso di lingua italiana “Un tuffo nell’azzurro” perché è facile da usare, è divertente, ma soprattutto perché è ben strutturato e i miei studenti imparano la lingua senza fatica. Prima avevo sempre usato libri che davano una certa base, ma la struttura del manuale era poco chiara e le strutture grammaticali non derivavano logicamente l’una dall’altra.
Con i vostri testi invece l’acquisizione è semplice, permettendo agli studenti di comunicare liberamente e usando appunto le parole di cui hanno bisogno nella vita quotidiana. Particolarmente mi piace la parte sull’Italia (Viva l’Italia) perché dopo aver superato la materia, gli studenti erano capaci di collegarla con il proprio paese e parlavano e scrivevano sulla Croazia in generale, ma anche sulle città croate, compresa la loro città.
Anche il Quaderno degli eserciziè molto utile siccome c’è tanta pratica delle strutture acquistate, soprattutto la divisione di ogni lezione in tre parti (grammatica, lessico e cultura) che aiuta gli studenti a differenziare e capire le cose importanti.
Le cose che cambierei…. Forse sarebbe un grande aiuto citare il numero di registrazione CD accanto ad ogni ascolto perché adesso devo sempre contare il numero della registrazione. E un’altra cosa, forse introdurrei la struttura dell’articolo determinativo un po’ prima nel libro perché gli studenti lo incontrano sin dall’inizio del libro ma è difficile (ad es. p. 24 – Che cos’è ?) perché si confondono. Ma questa è solo la mia impressione…
Spero di avervi aiutato almeno un poco!
Non vedo l’ora di vedere la nuova versione e davvero apprezzo tutto il lavoro che fate.
“Caro Tuffo nell’ Azzurro,
Prima di tutto vorrei ringraziarti per il tuo sostegno ed aiuto ogni volta che ho bisogno di te.
Dopo aver utilizzato vari testi moderni di lingua italiana per stranieri, ero un po’ confusa con le nozioni linguistiche da trasmettere ai miei studenti. Spesso la grammatica deduttiva risultava difficile per gli studenti A1. È per questo che avevo bisogno di un riferimento didattico chiaro e immediato.
Così, caro Tuffo, l’averti incontrato è stato amore a prima vista per me, come insegnante, ed anche per i miei studenti.
Cosa ci è piaciuto di più di te? La semplicità dei tuo concetti, le tue letture culturali, i tuoi esercizi di rafforzamento, i tuoi piccoli giochi di parole, i tuoi ascolti.
Ti considero ormai il mio buon amico e per questo continueremo insieme a condividere la nostra grande passione per la lingua e la cultura italiana ovunque!
Un caro saluto dalla tua fedele insegnante Michela Moliterni , titolare della scuola di lingua e cultura italiana a Mesagne (Puglia, Italia)”
L’Aquila è la città capoluogo della regione Abruzzo: un terribile terremoto 12 anni fa ha completamente devastato il centro storico e diversi paesi vicini.
Il 6 aprile 2009 un sisma di magnitudo 6.3 alle 3.32 ha devastato L’Aquila e provincia, provocando 309 morti e circa 2.000 feriti. Moltissimi edifici sono crollati lasciando senza casa migliaia di persone e un ingente patrimonio architettonico è andato distrutto.
Purtroppo a pochi giorni dal 9° anniversario di questa grande tragedia la ricostruzione sembra procedere a rilento e, soprattutto, mancano certezze su quando la vita degli aquilani tornerà normale.
«Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere». Saranno le parole dello scrittore portoghese Jose Saramago ad accompagnare gli eventi commemorativi in programma all’Aquila.
L’appuntamento principale è la tradizionale fiaccolata che inizierà giovedì sera, 5 aprile, alle ore 22,30 partendo da Via XX settembre (nella zona del Palazzo di Giustizia), dove ci furono i crolli maggiori, per arrivare un’ora dopo alla Villa Comunale.
A piazza Duomo ci sarà all’ora del sisma la lettura dei nomi delle 309 e altrettanti rintocchi di campana nella chiesa delle Anime Sante.
Gravemente danneggiata dal sisma del 2009, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L’Aquila, è stata riaperta al culto il 20 dicembre 2017, dopo un grande restauro finanziato da Eni, con progettazione e direzione dei lavori curate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila.
Per la letteratura italiana il 2021 è un anno speciale: ricorrono quest’anno infatti i 700 anni dalla morte del Sommo poeta e in tutta Italia si prepara un fitto calendario di eventi. Durante la sua vita (1265 -1321) Dante viaggiò e visse in luoghi diversi: Firenze, dove nacque e da cui fu poi esiliato ; Verona che lo ospitò e Ravenna, che lo accolse fino alla fine dei suoi giorni. E tante furono le tappe del suo errare in città come Roma, Arezzo, Pisa, Bologna, Forlì e in molti altri piccoli centri. Ecco alcuni di questi eventi programmati in Italia per celebrare Dante Alighieri , tenendo conto che a causa delle restrizioni dovute all’emergenza Covid, molti eventi si svolgeranno in versione digitale mentre altri potrebbero purtroppo subire modifiche o cancellazioni.
La prima data da segnalare è il 25 marzo: dal 2019 questo giorno è diventato ufficialmente il “Dantedì“. Secondo gli studiosi, infatti, proprio il 25 marzo del 1300 Dante Alighieri iniziò la sua discesa agli inferi “Nel mezzo del cammin di nostra vita”. E quindi proprio il 25 marzo sono in programma vari eventi per ricordarlo: conferenze, dirette web, concerti.
In particolare, la Società Dante Alighieri presenterà un progetto di promozione turistico-letteraria, con il patrocinio del Comitato nazionale Mibact per le celebrazioni del VII centenario dantesco. Il progetto “L’Italia di Dante” sarà avviato a marzo 2021 in una nuova piattaforma digitale, dove le località visitate dal Poeta o da lui citate nella Commedia saranno proposte secondo itinerari che seguono le tracce dantesche.
“Piazza Dante. #Festivalinrete” è invece un progetto condiviso che unisce 41 Festival di approfondimento culturale italiani (letterari, di narrativa e di poesia, scientifici, di saggistica, di giornalismo culturale e di costume): ciascuno proporrà all’interno della propria programmazione 2021 uno o più eventi dedicati a Dante, ideati e modulati secondo la propria vocazione. Piazza Dante sarà dunque una piazza virtuale in cui contenuti multimediali (video, interviste agli autori, scritti inediti) daranno la possibilità a tutti di vivere le iniziative realizzate via via dai diversi Festival.
A Milano dal 7 aprile al 15 luglio 2021 avrà luogo “Dante in Duomo” : in Cattedrale, nei pressi dell’Altare maggiore, si terrà “100 Canti in 100 Giorni”, la lettura integrale della Divina Commedia.
A Ravenna, la città dove Dante passò gli ultimi anni della sua vita (1318-1321) e dove è sepolto (attorno alla sua tomba è ancora oggi attuale una “zona dantesca” nella quale si raccomanda di mantenere il silenzio per rispetto dell’anima del poeta) si concentrano eventi e mostre, in parte già iniziate lo scorso anno, all’interno di un progetto espositivo intitolato “Dante. Gli occhi e la mente“.
Già aperta “Dante nell’arte dell’Ottocento. Un’esposizione degli Uffizi a Ravenna” allestita negli Antichi Chiostri francescani, limitrofi alla Tomba di Dante (fino al 5 settembre), frutto di una collaborazione con gli Uffizi di Firenze. Il calendario aggiornato degli eventi di Ravenna si trova sul sito www.vivadante.it
A Firenze, al Museo Nazionale del Bargello, uno dei luoghi danteschi per eccellenza a Firenze (negli affreschi della Cappella è custodito il più antico ritratto di Dante) due saranno i progetti dedicati all’Alighieri: “Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante” (23 marzo – 25 luglio) e dal 23 settembre (fino al 9 gennaio 2022), il secondo progetto espositivo, dal titolo “La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista“.
Numerose le iniziative dell’Accademia della Crusca. tra le più importanti, due mostre: “Dante nel Cinquecento” (con date da definire), nei chiostri di Santa Maria Novella; e “Dante nella Crusca”, il cui fulcro saranno i rapporti tra la Crusca e Dante, documentati attraverso libri antichi e documenti, oltre che con le pale accademiche di soggetto dantesco e con motti danteschi (25 marzo – 31 dicembre).
Previsto anche il riallestimento multimediale del Museo Casa di Dante (dal 24 giugno),dotato anche di un tour virtuale del museo stesso.
Ancora a Firenze, varie iniziative del Maggio Musicale Fiorentino (da marzo a dicembre), tra cui una lettura integrale in 20 serate della Divina Commedia al Teatro Goldoni, in collaborazione con il Teatro della Toscana; una produzione concertistica diretta da Riccardo Muti, con tappe anche a Ravenna e a Verona; la commissione di un brano dedicato a Dante che sarà eseguito in occasione dell’inaugurazione del nuovo auditorium, con la direzione di Zubin Mehta.
La festa degli innamorati è nata poiché la Chiesa cattolica voleva porre fine ad un popolare rito pagano per la fertilità. Per gli antichi Romani il mese di Febbraio era considerato il periodo in cui ci si preparava all’arrivo della primavera, considerata la stagione della rinascita.
Fin dal IV a.C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito, al dio Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un’urna e mescolati. Poi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Per metter fine a questa antica pratica, i padri della Chiesa cercarono un santo “degli innamorati” per sostituire il deleterio Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.Nel 270 d.C. il vescovo Valentino di Interamna (oggi è la città di Terni) fu invitato a Roma dall’imperatore pazzo Claudio II e questi tentò di persuaderlo a rinunciare alla sua fede e di convertirsi nuovamente al paganesimo.San Valentino, con dignità, rifiutò e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio al Cristianesimo. Per questo il 14 febbraio del 270 fu lapidato e poi decapitato.
Ma perché San Valentino è diventato patrono degli innamorati? Le vicende riguardanti San Valentino sono abbastanza confuse, ma intorno alla sua figura ruotano molte leggende, che riguardano tutte episodi d’amore.
LA LEGGENDA DI SABINO E SERAPIA
La leggenda più famosa narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome Serapia e se ne innamorò follemente. Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana.Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loroVescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore.Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino e per le prossime nozze, Serapia si ammalò di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicò Valentino affinché non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza.Valentino battezzò il giovane, ed unì i due in matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un sonno di pace avvolse quei due innamorati per l’eternità.
LALEGGENDA DELLA ROSA DELLA RICONCILIAZIONE
Un giorno San Valentino sentì passare, al di là del suo giardino, due giovani fidanzati che stavano litigando. Decise di andare loro incontro con in mano una magnifica rosa. Regalò la rosa ai due fidanzati e li pregò di fare pace stringendo insieme il gambo della rosa, facendo attenzione a non pungersi e pregando affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore. Qualche tempo dopo la giovane coppia tornò da lui per invocare la benedizione del loro matrimonio. La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese. Il 14 di ogni mese diventò così il giorno dedicato alle benedizioni, ma ora la data è stata ristretta al solo mese di febbraio perché è il mese in cui San Valentino fu martirizzato.
LA LEGGENDA DI SANTA LUCILLA
La storia inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell’esecuzione, avrebbe guarito dalla cecità la figlia del guardiano, Asterius, e convertito la sua famiglia. La tradizione assegnò alla figlia il nome di Lucilla, simbolicamente legato alla luce restituita alla cieca, ma anche alla crescente luminosità del cielo alla fine della stagione invernale. Sembra che prima di morire abbia firmato un messaggio d’addio: “dal vostro Valentino,” una frase che visse lungamente anche dopo la sua morte.
LA FESTA DEGLI INNAMORATI
Il culto del Santo nacque soprattutto in Francia e in Inghilterra come protettore degli innamorati, degli amanti e anche degli epilettici; poi si diffuse in Italia e in Germania.
Tanti i modi di dire legati al Santo:
“Per San Valentino ogni Valentino sceglie la sua Valentina“.
“Per San Valentin la lodola fa il nidin” (questo periodo corrisponde più o meno alla fine dell’inverno quando gli uccellini cominciano a scegliere il nido dove deporranno le uova all’inizio della primavera)