Ecco una nuova testimonianza che ci arriva da Israele, una professoressa che ha insegnato in diverse scuole ed attualmente lavora all’Università:
Fiorenza Cevidalli insegna da più di 20 anni all’Istituto Culturale Italiano di Tel Aviv e collabora anche con noi da molto tempo per la stesura e la revisione del nostro nuovo materiale didattico.
Pubblichiamo con molto piacere l’ interessante resoconto della sua esperienza in Israele.
- Qual è l’interesse verso la lingua e la cultura italiana nel tuo paese?
In Israele, l’Italia è molto amata ed è una delle principali mete turistiche. La sede dell’ Istituto Culturale Italiano di Tel Aviv è frequentata, inoltre, da un folto gruppo di studenti della terza età con una buona preparazione culturale e sinceramente interessato ad approfondire le proprie conoscenze su arte e cultura italiana.
- Per quali motivi i tuoi studenti sono interessati a studiare l’italiano?
Molti studenti giovani vogliono frequentare le Università italiane perché più accessibili e spesso meno costose.
Molti altri hanno relazioni di lavoro con l’Italia e devono imparare la lingua per superare l’inglese, spesso incomprensibile, degli italiani.
Un gruppo numeroso studia l’italiano per poterlo impiegare da turisti o per mantenere attive le capacità mentali e mnemoniche
- Quali sono le difficoltà maggiori che incontrano i tuoi studenti durante lo studio?
La mancanza di schematicità e regolarità della grammatica italiana.La lingua ebraica moderna è stata programmata a tavolino con regole ben precise. Direi che il problema maggiore siano le preposizioni.
Le classi, poi, sono spesso poco omogenee perché comprendono studenti di diverse origini. Accanto a israeliani di origine rumena o francese, ci sono altri di origine marocchina o irachena che non hanno conoscenza di base delle lingue latine e quindi questo livello diverso genera sia problemi di insegnamento che di apprendimento.
- Che cosa credi che manchi per una maggiore diffusione dello studio della lingua italiana?
– Libri di attualità e letture adattati ai vari livelli dei corsi di conversazione.
– Mancano attività extrascolastiche tipo riunioni o gite in cui si parli esclusivamente italiano.
– Maggiore pubblicità e sponsorizzazione.