Il 6 aprile di 11 anni fa un sisma di magnitudo 6.3 ha devastato L’Aquila e provincia, provocando 309 morti e circa 2.000 feriti. Moltissimi edifici sono crollati lasciando senza casa migliaia di persone e un ingente patrimonio architettonico è andato distrutto.
In una Piazza Duomo deserta per l’osservanza delle disposizioni governative in materia di contrasto del contagio da coronavirus, si è svolta nella nottata di ieri la Commemorazione delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009.
Luci di candele e cellulari accesi alle finestre dai cittadini, che hanno risposto all’appello lanciato nei giorni scorsi dai comitati Familiari delle Vittime, dalla prefettura, dal comune e dall’arcidiocesi, si sono fuse con la luce del braciere commemorativo acceso da un vigile del fuoco in piazza Duomo alle 23.30 di ieri sera.
Prima della cerimonia il prefetto ha reso omaggio alle lapidi commemorative delle vittime del terremoto nella cappella della Memoria, all’interno della chiesa. Il sindaco ha poi ricordato le vittime, leggendo il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Alle 3.32 di oggi, ora del sisma di 11 anni fa, 309 rintocchi di campane dalla chiesa del Suffragio, per non dimenticare.
«Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere» scriveva lo scrittore portoghese Josè Saramago.