Il 20 gennaio 2020 Federico Fellini avrebbe compiuto 100 anni: la sua città natale, Rimini, e tutto il mondo celebrano questo grande artista del cinema italiano.
Noi vogliamo parlarvi oggi di un aspetto di Fellini che non tutti conoscono: la sua incredibile fantasia e il suo talento artistico di disegnatore caricaturista.
Queste immagini che vedete riprodotte fanno parte del famoso Libro dei sogni cioè un diario, tenuto da Federico Fellini dalla fine degli anni Sessanta fino all’agosto 1990, in cui il grande regista ha riportato fedelmente i suoi sogni e i suoi incubi notturni sotto forma di disegni, o nella sua stessa definizione di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati”.
È un libro davvero unico, un coloratissimo viaggio negli sterminati territori della fantasia di un genio, pubblicato in collaborazione con la Fondazione Fellini di Rimini.
Il Libro dei sogni è prima di tutto un libro di narrazione dell’inconscio.
Riorganizzato in tre grandi “tappe creative” di riferimento, (1960/1964, 1965/1970, 1973/1990) questo trentennio di sogni è una fonte inesauribile di ricerca per i futuri cultori della psicologia del profondo ma soprattutto per gli appassionati di cinema.
I tre volumi contengono i testi:
PREFAZIONE
• L’inconscio digitale di Federico Fellini di Mario Guaraldi
APPENDICI
• Segnacci di sogno di Paolo Fabbri • Stili narrativi dei sogni: la trama aperta di Fellini di Piero Meldini • Fellini al femminile: i sogni attraverso la scrittura di Silvia Lazzari • Ritorni e navigazioni: le fortune e le sfortune di Fellini nel web di Delia Tasso • Topolino, Giulietta e Federico • Fellini Oniricon in Second Life di Livio Mondini • Filmografia
• Indice dei nomi
Questa nuova testimonianza ci arriva da una professoressa che collabora con noi da diversi anni per la revisione del nuovo materiale didattico, Maria do Carmo Franceschini Ekman.
Maria do Carmo vive a Taubaté, vicino a San Paolo e pubblichiamo con molto piacere la lettera con il racconto della sua esperienza.
“Mi chiamo Maria do Carmo Franceschini Ekman e sono italo-brasiliana. Faccio l’insegnante di italiano da moltissimi anni.
Mi piacerebbe raccontare una piccola storia a tutti quelli che leggeranno queste righe.
Parlare di “Un Tuffo nell’Azzurro” è come parlare di un caro amico che ho conosciuto quando ho vissuto in Svezia a Gotemburgo.
Lì ho aperto il Comitato di Gotemburgo della “Società Dante Alighieri” del quale sono stata presidente e ho lavorato come insegnante di italiano in due scuole di lingue. Ma avevo un problema: non riuscivo a trovare in tutta Scandinavia un libro di italiano solo in italiano. C’erano parecchi libri ma con tanta traduzione in svedese o inglese. E gli allievi, di ogni nazionalità non riuscivano a memorizzare i vocaboli italiani, guardavano sui libri soltanto la loro madrelingua.
Ero praticamente disperata quando un’amica italiana, anche lei insegnante di italiano, mi ha dato il recapito di Patrizia Bacci. E da quel momento in poi il mio problema è stato risolto con “Un Tuffo nell’Azzurro”.
Può sembrare un libro semplice, però ideato e scritto da due linguisti pieni di competenza grammaticale e pedagogica. E la cosa più bella, è tutto in italiano!
Subito ho cominciato a usarlo e siccome è stato gradito dai miei allievi, non ho più smesso di indicarlo. In Svezia è stato, ed è ancora un vero successo e lo è pure qui in Brasile.
Nel 2011 ho finalmente conosciuto gli autori di persona perché sono stati qui da me a Taubaté dove abito. Mi è sembrato di conoscerli da sempre!
Adesso impartisco lezioni private sempre con il loro materiale didattico.
E questo libro si è anche rivelato come un prezioso strumento di lavoro sia nelle lezioni di presenza che nelle lezioni on-line che impartisco ad allievi sparsi in diversi paesi europei. Spiegazioni chiare, note culturali, un glossario che è un vero gioiello, giochi, esercizi che funzionano, ecco alcuni pregi di questo lavoro.
Desidero che il libro non cambi molto, però gli esercizi con gli articoli determinativi potrebbero essere molti di più. Se potessi chiedere ancora qualche altra cosa, allora penserei al CD che potrebbe diventare un USB, giacché i nuovi computer non hanno più con il lettore CD. E il libro cartaceo potrebbe diventare virtuale. Bene, sarebbe una cosa a cui pensare, no?
Auguro a tutti gli insegnanti di italiano che siano tanto felici utilizzando questo libro per i loro corsi come lo sono io fino ad oggi Un grande saluto a tutti dal Brasile! “
Abbiamo ricevuto una nuova testimonianza che pubblichiamo con molto piacere, Serena Neri che ci scrive da Montevarchi, un paese in provincia di Arezzo:
“Ho iniziato ad insegnare italiano un po’ per gioco un po’ per sfida e alla fine è diventato il mio lavoro. Da più di dieci anni insegno a Firenze con target sempre diversi e ogni volta stimolanti: studenti delle scuole dell’obbligo, adulti, studenti universitari, ricercatori e dottorandi e studenti a bassa scolarizzazione.
Tra tutte le esperienze di questi anni vorrei raccontare quella che sto facendo alla scuola InAltreParole a Firenze, nata due anni fa all’interno dell’Istituto Verdi, dove lavoro con studenti migranti a bassa scolarizzazione, che il più delle volte non hanno una grande motivazione. La sfida allora diventa quella di riuscire a reinventarsi come insegnanti e reinventare il nostro modo di insegnare, cercando così di guadagnare la loro fiducia.
Qual è l’interesse verso la lingua italiana? Per quali motivi i tuoi studenti sono interessati a studiare italiano?
“E’ solo la lingua che rende uguali” -Don Lorenzo Milani-
Per i miei studenti, l’interesse verso l’apprendimento\acquisizione dell’italiano è legato ad aspetti concreti di vita quotidiana qui in Italia. L’italiano è visto come lingua della comunicazione orale, come ponte, come passaggio momentaneo e non definitivo per esprimere bisogni concreti. E’ stato perciò interessante chiedere ai miei studenti dove collocherebbero all’interno di un corpo umano le lingue che conoscono, visto che ognuno di loro conosce e parla almeno tre o quattro lingue oltre all’italiano. La scelta è stata difficile, molti sono rimasti davanti alla silhouette per un po’ prima di attaccare i cartellini dove avevamo scritto i nomi delle diverse lingue conosciute, parlate, usate nei loro paesi, ma il risultato finale è stato molto interessante. È stato difficile ed interessante anche per me, fermarmi a riflettere e chiedermi dove avrei voluto mettere l’italiano, la mia lingua materna: testa? cuore? pancia? Alla fine ho deciso per la pancia, luogo delle emozioni vere, innate, spontanee.
Mohammed, 20 anni, dal SenegalAbdul, 19 anni, dal NigerL’uomo di Babele (a.s. 2018/19). Classe Rossa
Quali difficoltà incontrano?
“Io non apprendo che ciò che per me ha un senso” (Carl Rogers)
I miei studenti incontrano molte difficoltà nel passaggio da lingua orale a quella scritta. La competenza orale che hanno acquisito non corrisponde ad una pari competenza scritta. Le loro difficoltà sono anche le mie, perché ogni giorno è necessario reinventare e sperimentare una didattica che li supporti proprio in questo. Per questo motivo ho iniziato a reiterare alcune parti delle lezioni, ad esempio durante la fase iniziale, momento delicato di arrivo, di accoglienza, attivazione e di continue interruzioni (chi arriva tardi, chi deve prendere il quaderno e il libro, chi vuole firmare). La mia lezione con studenti preA1 inizia sempre con la domanda:
“Che giorno è oggi?”
La risposta orale è sempre veloce e precisa, ma la scrittura della data – giorno e mese – non è mai immediata e spontanea. Gli studenti, in particolare i più deboli, hanno sempre bisogno di qualche minuto di riflessione prima di riuscire a scriverlo alla lavagna. Gli errori cerchiamo di correggerli riflettendo sui suoni e ripetendoli più e più volte, prima io e poi loro, fino alla corretta pronuncia. A questa domanda, faccio seguire altre domande più o meno legate all’argomento
“Che tempo fa oggi?”
“Cosa mangi oggi?”
“Quando vai a fare la spesa?”
“Cosa fai oggi?
La modalità di svolgimento è sempre la stessa, in questi casi però viene richiesta la composizione di una frase minima: risposta orale più o meno corretta, ma sempre comprensibile e passaggio alla scrittura, per poi procedere alla correzione per tentativi, fino ad arrivare alla parola ed infine alla frase corretta.
Concludo questo mio intervento con queste belle parole di Platone, che riassumono e ben descrivono il contesto di apprendimento e di insegnamento.
“La conoscenza che viene acquisita con l’obbligo non fa presa nella mente. Quindi non usate l’obbligo, ma lasciate che la prima educazione sia una sorta di divertimento; questo vi metterà maggiormente in grado di trovare l’inclinazione naturale.”
Il 20 gennaio del 1920 nasceva a Rimini Federico Fellini, il Maestro del cinema italiano che tutto il mondo conosce ed ama.
Grazie a Fellini sono nate espressioni come la Dolce Vita, Amarcord, I Vitelloni, i paparazzi. Pochissimi artisti sono riusciti a rappresentare l’intera storia del nostro Paese come ha fatto Fellini: ‘Tutto si immagina’diceva il regista riminese.
A 100 anni dalla sua nascita, Rimini si prepara a celebrarlo per un intero anno con una serie di iniziative che sono partite a metà dicembre con una grande mostra nelle sale di Castel Sismondo (antica residenza dei Malatesta, signori di Rimini) e proseguiranno tutto questo anno per culminare nell’apertura, a dicembre 2020, nel più grande progetto museale a lui interamente dedicato.
Ad aprire le celebrazioni è stata la Mostra itinerante “Fellini 100 Genio immortale“ dal 15 dicembre 2019 al 15 marzo 2020 a Castel Sismondo, parte della sede futura del Museo Fellini.
La mostra ruota attorno a tre nuclei di contenuti, nella cornice di un allestimento scenografico innovativo:
il primo racconta la Storia d’Italia a partire dagli anni Venti-Trenta per passare poi al dopoguerra e finire agli anni Ottanta attraverso l’immaginario dei film di Fellini;
il secondo nucleo è dedicato al racconto dei compagni di viaggio del regista, reali, immaginari, collaboratori e amici;
il terzo nucleo è dedicato alla presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini.
Dopo l’allestimento riminese, la mostra comincerà il suo viaggio e arriverà a Roma il prossimo aprile 2020 a Palazzo Venezia, per poi varcare i confini nazionali con esposizioni a Los Angeles,Mosca e Berlino.
Sono esposti molti materiali inediti come i costumi del Casanova, per i quali lo scenografo Danilo Donati ottenne l’Oscar.
Dall’archivio dell’Associazione Tonino Guerra sono presentati materiali appartenuti al poeta, scrittore e sceneggiatore nato a Santarcangelo nel 1920, testimonianza di un incontro umano e professionale che ha segnato il cinema e la cultura italiana.
In attesa del Museo Internazionale Federico Fellinil’esposizione permanente che aprirà a dicembre 2020 con l’ambizione di diventare per il pubblico di tutto il mondo il luogo dove poter incontrare e riscoprire l’universo inimitabile del regista, questa mostra “Fellini 100 Genio immortale” è assolutamente da non perdere.
La mostra è curata da Studio Azzurro di Milano con la consulenza di Marco Bertozzi e Anna Villari.
Orario:
da martedì a domenica 10.00 – 23.00. Lunedì non festivi chiuso