Esperienze di insegnamento dell’ITALIANO LS – L2: Giorgia Pagagno

Abbiamo ricevuto la testimonianza di una giovane insegnante che ci racconta la sua esperienza a Brescia. Ringraziamo Giorgia Pagagno e pubblichiamo con piacere il suo resoconto:

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“Dopo aver conseguito la laurea magistrale in filologia moderna presso l’Università di Padova ho iniziato a domandarmi quale sarebbe potuta essere la mia strada professionale: sapevo di amare l’insegnamento ma allo stesso tempo sono sempre stata consapevole della mia personale insofferenza verso l’impostazione didattica e scolastica tradizionale. L’attrazione che provo verso le lingue e le culture straniere e il profondo legame che sento con il nostro patrimonio linguistico ed artistico nelle sue varie declinazioni hanno trovato una naturale conciliazione nell’italiano L2/LS, percorso tutt’ora in evoluzione che ho iniziato frequentando il master ITALS dell‘Università Ca’ Foscari.

Dal 2013 ad oggi ho avuto la fortuna di confrontarmi con realtà assai differenti: ho lavorato con studenti adolescenti presso un istituto alberghiero di Venezia, tenuto corsi estivi di lingua e cultura italiana a Barcellona, accompagnato per quasi due anni un gruppo di richiedenti asilo politico, una classe di ragazzi delle medie, una di giovani donne presso il CPIA della mia città, Brescia.

Credo che la bellezza dell’essere insegnanti di lingua italiana risieda anche e soprattutto nel contatto con apprendenti spinti da necessità e motivazioni diverse: tra l’approccio di chi studia l’italiano per dovere, chi per necessità e chi per piacere esiste un abisso ed essere capaci di trovare la via più stimolante e funzionale per ognuno è una sfida continua.giorgia

  1. Qual è l’interesse verso la lingua e la cultura italiana nella tua città e per quali motivi i tuoi studenti desiderano imparare l’italiano?

    Come già detto ho lavorato con individui di livello differenziato anche inseriti nello stesso gruppo. Anche la provenienza, l’età e il contesto cittadino in cui si trovano a vivere giocano giocano un ruolo fondamentale: durante la mia esperienza a Venezia i miei studenti erano iscritti ad un istituto alberghiero, ed ambivano a lavorare nel settore turistico nel nostro paese; In Spagna l’interesse per la lingua e la cultura italiana era dettato, per la mia esperienza, dai gusti e dalle inclinazioni personali o da motivi familiari: mi sono confrontata con studenti universitari di arte e letteratura, appassionati di opera e cinema, con persone sposate con italiani che desideravano avvicinarsi alla lingua del proprio partner per stupirlo e per comunicare con i parenti acquisiti durante i viaggi di piacere in Italia.

    La Lombardia, dove ho insegnato negli ultimi due anni, è una regione industriale ad alto tasso di migrazione ed i miei studenti hanno dunque necessità di raggiungere il livello di competenza linguistica necessario all’integrazione sia nel mondo lavorativo che nella vita quotidiana; nello specifico le donne sono più interessate ad acquisire gli strumenti che permettono una buona gestione della vita familiare.

    I ragazzi iscritti alle scuole dell’obbligo sono il target più difficile da gestire per una serie di motivi che non dipendono da loro: è veramente complesso riuscire ad insegnare attraverso un approccio comunicativo e utilizzare tecniche didattiche innovative quando il corso di italiano è inserito nelle ore di “scuola tradizionale”. giorgia 4

    2. Quali sono le difficoltà maggiori che incontrano gli studenti durante lo studio?

Per quanto riguarda gli studenti L2 le difficoltà (ma anche le soddisfazioni!) sono moltissime e dovrei aprire una parentesi infinita; Credo che quello a cui spesso un docente, soprattutto all’inizio della propria carriera, non sia preparato sia alla frequente scarsa scolarizzazione degli apprendenti o ad una scolarizzazione pregressa in un contesto completamente diverso dal nostro: questi fattori incidono enormemente sulla disposizione emotiva dello studente e sulla sua partecipazione alle attività; direi quindi che le difficoltà non risiedono tanto nel apprendimento dell’italiano in sé – sarebbe scontato d’altronde affermare che, ad esempio, “trovano difficili le preposizioni”, ma piuttosto che trovano spesso difficile confrontarsi con il format contemporaneo della lezione di lingua straniera e con i materiali didattici.giorgia 5

    3. Che cosa credi che manchi per una maggiore diffusione dello studio della lingua italiana?

Credo che per quanto riguarda l’ambito LS lo studio della lingua italiana e l’interesse verso la nostra cultura sia in un periodo fiorente. Nell’ambito L2, nonostante la richiesta sia in continua crescita, manca ancora un’organizzazione univoca e capillare. Purtroppo esistono situazioni in cui l’unico requisito del docente è quello di essere madrelingua, classi sovraffollate e multilivello non adeguatamente attrezzate; anche i materiali didattici e i testi in dotazione per i corsi L2 non rispondono – sempre secondo la mia opinione ed esperienza personale – alle esigenze di classi così particolari, soprattutto la maggior parte delle volte mi trovo a preparare io stessa gli esercizi o a creare collage da almeno quattro o cinque manuali diversi. Inoltre credo che sarebbero estremamente utili anche delle guide per l’insegnante da utilizzare in parallelo al testo per gli studenti. Uno dei miei progetti per il prossimo anno scolastico sarebbe proprio quello di lavorare ad un manuale di facile utilizzo e consultazione collaborando direttamente con le mie classi!”

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