Oggi è stato assegnato il Nobel per la Letteratura 2017 a Kazuo Ishiguro per «i suoi romanzi dalla grande forza emotiva in cui ha svelato l’abisso del nostro illusorio senso di connessione con il mondo». Mentre i bookmaker puntavano sul giapponese più amato dagli occidentali, Murakami Haruki, l’Accademia di Svezia ha deciso per un riconoscimento a metà tra Giappone e Gran Bretagna. Kazuo Ishiguro, nato a Nagasaki nel 1954, si è infatti trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960, dove ha studiato e iniziato a lavorare come sceneggiatore televisivo.
L’ultimo premio Nobel per la letteratura ad un autore italiano è stato Dario Fo, che ha vinto il prestigioso riconoscimento nel 1997.
Lo conoscete?
Dario Fo, nato nel 1926 e morto il 13 ottobre dello scorso anno, è un drammaturgo, scrittore ma anche attore, regista, scenografo e pittore.
Questo è il suo autoritratto, molti suoi lavori sono esposti in importanti musei e gallerie.
I suoi lavori teatrali fanno riferimento all’antica Commedia dell’Arte e sono famosi in tutto il mondo. Fo è celebre per la satira dei suoi testi e per l’impegno politico insieme alla moglie Franca Rame, morta nel 2013.
Compiuti gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, dal 1950 Fo cominciò a lavorare per la RAI come attore e autore di testi satirici.
Il 24 giugno 1954 sposò l’attrice e collega Franca Rame a Milano, nella basilica di Sant’Ambrogio. Poco dopo la coppia si trasferì a Roma. Qui il 31 marzo 1955 nacque il loro figlio Jacopo.
Il 1º ottobre 1969, a La Spezia, Fo portò per la prima volta in scena, con grande successo, la “giullarata” Mistero buffo; unico attore in scena, recitava una fantasiosa rielaborazione di testi antichi in grammelot, traendone una satira tanto divertente quanto graffiante. Il grammelot, linguaggio teatrale che si rifà alle improvvisazioni giullaresche e alla Commedia dell’arte, è costituito da suoni che imitano il ritmo e l’intonazione di uno o più idiomi reali con intenti di parodia.
Al 1970 risale Morte accidentale di un anarchico, opera che segna il ritorno di Fo alla farsa ed all’impegno politico; era chiaramente ispirata al caso della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli.
Fo è stato anche autore dei testi di molte canzoni (soprattutto per Enzo Jannacci), ma l’unica volta in tutta la sua carriera in cui Fo si è trovato nella hit parade dei 45 giri, anche se fra le posizioni più basse, è stata con la sigla del programma Il teatro di Dario Fo (sigla intitolata ironicamente “Ma che aspettate a batterci le mani?”).
Dopo tantissimi lavori teatrali e opere letterarie, il 9 ottobre 1997 Dario Fo ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.
Nel 1999 Dario Fo è stato insignito della laurea honoris causa dall’Università di Wolverhampton (Inghilterra centrale), insieme a Franca Rame.
Nel 2005 a Fo è stata conferita anche la laurea honoris causa alla Sorbona di Parigi, mentre l’anno successivo la stessa onorificenza gli è stata assegnata dalla Sapienza di Roma.
Prima di lui, solo altri due autori di teatro avevano ricevuto una laurea honoris causa dalla Sapienza: Luigi Pirandello e Eduardo de Filippo.