“Essere o non essere” è probabilmente una delle frasi più celebri della letteratura di tutti i tempi.
William Shakespeare continua, a 400 anni dalla sua scomparsa, avvenuta secondo la storiografia più attendibile il 23 aprile del 1616, a far parlare di sé e delle sue opere. Su di lui e sulla sua vita si sa poco, le teorie sulla sua identità e sulla sua morte (forse per sifilide o per febbre) si moltiplicano: nei secoli sono fiorite varie leggende e supposizioni, compresa quella che non sia mai esistito o che fosse lo pseudonimo di altri scrittori, ma questo non cambia il fatto che i suoi 37 testi teatrali, tragedie e commedie, da quattro secoli continuamente rappresentati nei teatri di tutto il mondo o trasformati in film di grande successo, siano una delle espressioni più alte della letteratura occidentale. Grandiosa la sua capacità di indagare il cuore e l’animo umano, i sospiri d’amore così come la crudeltà, il desiderio di potere come l’incertezza e l’introspezione esistenziale.
Ma perché Shakespare ha ambientato tante sue opere in Italia?
Romeo e Giulietta a Verona e Mantova
Otello a Venezia
Molto rumore per nulla a Messina
La bisbetica domata a Padova
Il mercante di Venezia a Venezia Giulio Cesare e Tito Andronico a Roma
I due gentiluomini di Verona e persino La Tempesta…


I paesaggi italiani ricorrono così spesso nelle opere di William Shakespeare, rappresentando lo sfondo di molti tra i più importanti capolavori teatrali (ben 15 su 37) realizzati dal celebre drammaturgo inglese tra il XVI e il XVII secolo. Si tratta di una semplice coincidenza o di un autentico enigma?
L’interrogativo affascina da tempo appassionati e studiosi e ha creato materiale per ricerche universitarie e approfondimenti vari sul tema. Sollevata anche dal prestigioso quotidiano inglese “The Times”, la questione riguarderebbe ben più che una semplice scelta stilistica di ambientazione narrativa, lasciando emergere l’affascinante teoria secondo cui William Shakespeare sarebbe italiano e non inglese! La grande conoscenza dell’Italia e della sua cultura ne sarebbero luna prova importante.
Come si traduce letteralmente il cognome “Shakespeare”? Shake the speare o shake speare – vuole dire scrolla la lancia o Scrolla Lanza, che ci riporta al cognome di una nobildonna messinese, sicuramente di una certa cultura, Guglielma Crollalanza, sposata con un medico, Giovanni Florio, e madre di Michelangelo Florio Crollalanza, un tragediografo siciliano quasi sconosciuto, vissuto nella stessa età del ben più noto drammaturgo inglese.
La chiave del mistero sarebbe l’anno 1564, anno in cui nasce Shakespeare e muore Calvino. È il periodo in cui l’Inquisizione è alla ricerca della famiglia Florio-Crollalanza, una coppia di eretici che fuggono nel Veneto con il figlio Michelangelo e a Treviso acquistano Casa-Otello in cui si diceva che un marito geloso avesse ucciso la moglie, che neanche a dirlo si chiamava Desdemona: un’incredibile coincidenza! Michelangelo Florio Crollalanza studia a Venezia, Padova e Mantova, viaggiando tra la Danimarca, la Grecia, la Spagna e l’Austria. Poi torna in Italia e si innamora di Giulietta: la storia tra i due finisce male e pare che Giulietta muoia suicida, un’altra strana coincidenza!
Secondo un articolo pubblicato sul Times nel 2000, Shakespeare e Michelangelo Florio Crollalanza sarebbero la stessa persona, partito dalla Sicilia all’età di 24 anni per fuggire a Londra a causa dell’Inquisizione, che perseguitava il giovane, perché convinto calvinista e che qui aveva cambiato il suo nome nell’equivalente inglese.
Sembra anche che i contemporanei di Shakespeare trovassero che il Bardo avesse un accento strano: forse per la sua origine italiana?
Possibile quindi che Shakespeare fosse veramente di Messina, città in cui ambienta “Troppo rumore per nulla”? Sembra anche che Crollalanza abbia scritto in messinese un’opera intitolata “Troppu trafficu pì nnenti”, ben cinquanta anni prima dell’omonima opera inglese, di cui sembra esserne proprio la versione originaria? Così tante coincidenze da sembrare costruite a tavolino!
Beh, ci siamo voluti divertire un po’, per ricordare questo grande rappresentante della letteratura mondiale!
E finiamo con un’altra grande coincidenza: il 23 aprile cadrebbe il duplice anniversario della morte, nel 1616, di William Shakespeare e di un’altra vetta della letteratura mondiale, Miguel de Cervantes. O meglio cadrebbe perché in realtà, mentre la Spagna aveva adottato il calendario gregoriano, l’Inghilterra usava ancora quello giuliano. Quindi dobbiamo dedurre che Cervantes è deceduto undici giorni dopo Shakespeare.